L’Allàro ( /al’laro/, in dialetto calabrese Alaru) è un’importante fiumara calabrese, che dà il nome a tutta la vallata nella quale scorre: la Vallata dell’Allaro.
Le sue sorgenti si trovano nei comuni di Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno[1]. Una di esse è la cosiddetta Gurna Nigra (in italiano: Pozza nera) da cui sono nate molte leggende popolari. La fiumara scorre accanto all’abitato di Nardodipace per poi entrare nel territorio del comune di Caulonia e sfociare nel Mar Ionio. Tra Nardodipace fino dove è ubicato il convento di Sant’Ilarione (comune di Caulonia) il percorso è caratterizzato da strette gole.
Gli studiosi sono incerti quale sia, tra l’Allaro e il Torbido, l’antico fiume Sagra (Σάγρας). Teatro ai tempi della Magna Grecia (tra 560 a.C. e il 535 a.C.) di una battaglia fra le città di Kroton e Locri, con la vittoria di quest’ultima. L’Allaro potrebbe essere anche l’antico fiume Elleporo, da cui deriverebbe anche il suo attuale nome e da come afferma Cluverio che si trova nelle vicinanze di Castro Vitere (Castelvetere prima del 1863, odierna Caulonia).
Nel Medioevo cambierà il nome: nel libro di Re Ruggero di Edrisi nel 1150 lo nomina Alaro, gli arabi Alanah.
Lo si descrive, nel 1500, come un fiume ricco di anguille e cefali e nel 1597 il Mazzella lo chiama ancora Sagra.
Il 5 novembre 1855 è protagonista di un’alluvione.[5]Tra il 1951 e il 1953 la fiumara esonda creando enormi disastri al comune di Caulonia.
Nell’ottobre 2008 il Consorzio di bonifica di Caulonia bonifica la foce dell’Allaro per evitare possibili alluvioni nel periodo invernale.[6]
Negli ultimi anni all’altezza della frazione di San Nicola di Caulonia è sorto un lido balneare lungo l’alveo della fiumara e nei pressi della briglia che fa da cascata.
Sulla riva della fiumara, nel territorio di San Nicola frazione di Caulonia si trova l’eremo di Sant’Ilarione.
Particolarmente indicato per fare torrentismo grazie alla sua morfologia e le sue caratteristiche gole ma anche come percorso di itinerari escursionistici. Si può risalire l’Allaro nel suo alveo dall’Eremo di Sant’Ilarione e si può ridiscendere e risalire dal ponte nella frazione di Ragonà di Nardodipace.