Vecchia Chiesa di San Zaccaria
Non lontano da Piazza Seggio, nella parte bassa del paese, che anticamente veniva chiamata “judeca” si trova di particolare interesse un affresco bizantino che nei suoi primordi faceva parte della vecchia chiesa di San Zaccaria, una delle più antiche del paese, costruita prima del 1200 di rito greco. Della chiesa distrutta dal terremoto si è preservata una abside con l’affresco rappresentante la Deesis con il Cristo Pantacrator benedicente.
Caulonia, borgo medievale. (Dalla Russia con Amore)
La “Deesis di San Zaccaria” è una delle poche testimonianze di quel patrimonio artistico “… che molti secoli di monachesimo orientale hanno prodotto ed accumulato in Calabria, in specie dopo il mille”. L’affresco, il cui stato di conservazione peggiora di giorno in giorno, è tutto ciò che rimane dell’antica chiesa di San Zaccaria, edificata per volere di un ebreo di nome Simone convertito al Cristianesimo, danneggiata dal terremoto del 1783 e quasi totalmente distrutta da quello del 1908. L’opera databile alla prima metà del 1200, raffigura Cristo benedicente, con gesto ortodosso, in trono tra la Madonna e San Giovanni, motivo iconografico questo che da Costantinopoli si diffuse in gran parte dell’area mediterranea. Nel volume tenuto dal Cristo con la mano sinistra, è riportato in greco, con le parole abbreviate, parte del versetto 12 cap. VIII del Vangelo di San Giovanni: “Io sono la luce del mondo, chi segue me non camminerà nel buio”. Accanto ad ogni figura compaiono, sempre in lettere greche, le sigle che indicano i personaggi raffiguranti. In basso, tra la Madonna ed il Cristo, si scorge una lunga frase in caratteri greci medievali, oggi poco leggibili ma sono stati tradotti in: “Ricordati Signore, del tuo servo Nicola Pere sacerdote, concedigli la resurrezione”.